venerdì 28 ottobre 2016

La presentazione della Bimba

Nell'ultimo periodo ho intrapreso un nuovo percorso di attenzione a me stessa e a ciò che mi circonda. So che sarà un processo molto lento, tortuoso, con tanti vicoli ciechi, ma spero vivamente irreversibile.
Che io sia una trafficona è noto ormai a tutti quelli che sono passati in questo blog e anche in quello che avevo sulla piattaforma di "Style.it"; ancora più noto è alla mia famiglia (rassegnata) e ai miei amici. Ultimamente questa trafficosità si è estesa ad altri numerosi aspetti del mio quotidiano.
L'incipit di questo percorso, le cui finalità vi spiegherò più avanti, sono cominciate con la lettura di questo meraviglioso libro:


E' un libro speciale, che non parla di dieta (nonostante il titolo) o almeno non nel senso abituale del termine, ma parla di stile alimentare e in senso più ampio di stile di vita.
Parla di come dobbiamo alimentarci per amare il nostro corpo, per farlo essere il più possibile in salute e di come tramite questa scelta di benessere si possa costruire anche il benessere di chi ci sta intorno. Parla con dati scientifici, spiegati in maniera chiara ed esaustiva, di come certi cibi "smart" siano un toccasana da introdurre nell'alimentazione quotidiana. Non è un libro per vegetariani, nè un libro che vuole portarci tutti ad esserlo; è un libro che insegna a mangiare con equilibrio.
Questa alimentazione mi ha portato a porre molta più attenzione a ciò che porto in tavola sotto il profilo della qualità, e di conseguenza a pormi questa domanda: "e se lo facessi io verrebbe buono? costerebbe meno?".
La risposta non è sempre univoca. Talvolta ciò che produco è più costoso di un prodotto base del supermercato, meno costoso di un prodotto biologico; quasi sempre è più buono (anche al gusto) di un prodotto base del supermercato e talvolta anche di uno biologico (a cui assomiglia molto).
Il primo tentativo di autoproduzione è stato con la mia Bimba - Pasta Madre - Pasta acida - Lievito Madre. Ha tanti nomi ma un'unica sola realtà: è magica e buonissima e fa benissimo.



Voglio sfatare il mito che produrla in casa da zero sia difficile. Bisogna solo prendersene cura, darle una pappa buona e tenerla in un luogo riparato: insomma trattarla con amore.
Mio marito per prendermi in giro, mi dice che la nostra famiglia ha guadagnato un membro in più; viaggiavo in macchina (soprattutto all'inizio, ora non più) con la mia Bimba in braccio.
Vi starete inoltre chiedendo perchè la chiamo così e non più semplicemente lievito: fa parte proprio del gioco...bisogna battezzarla perchè lei è viva, va curata e può morire. Non è ferma è sterile come un lievito chimico; è frizzante e volubile come ogni essere vivente.
Le istruzioni per iniziare questo meraviglioso cammino è superfluo che le scriva io dato che ho seguito passo passo questo video su youtube di Giallozafferano (link).
Vi consiglio però un libro veramente speciale in cui trovate spiegato come creare e sfruttare al meglio il lievito madre.


Trovate molto altro ancora in questo libro e in generale nei bellissimi libri che Stefania Rossini scrive; non solo un capitolo sulla pasta madre, ma in generale come autoprodursi in casa molti beni, svincolarsi dalla terribile logica del consumismo che ci priva spesso di prodotti di qualità.
Si perchè tutto questo percorso sul cibo mi ha spinto a riflettere su ben altri aspetti della mia vita; avendo una bimba piccola, mi rendo conto che le mie priorità sono fortemente cambiate: mi preoccupo molto di cosa mangia, di come si approccia al mondo, di quale mondo futuro voglio per lei. Voglio che lei sia una donna forte e libera, non ossessionata dall'avere, dai soldi e dalla carriera lavorativa. Voglio che prima di tutto sia felice.
Tutto questo percorso così ampio, mi impone di essere io stessa in prima persona un esempio in tal senso: partendo dal cibo (se è vero che noi siamo ciò che mangiamo), per arrivare al rispetto di ciò che ci circonda.
Mi farà piacere condividere tanti esperimenti con coloro che passeranno per questo blog....si accettano anche suggerimenti e critiche (se costruttive).
Ciao Sartista

venerdì 7 ottobre 2016

Un abito di Luisa Beccaria con il cartamodello Vogue Pattern 8476 del 1955

Nel 1955 il mio papà aveva due anni e la mia mamma nasceva, e Vogue pattern pubblicava il bellissimo cartamodello di cui voglio parlarvi oggi.
E' un modello elegantissimo e soprattutto ultrafemminile, decisamente Sartista style. L'avevo già visto in un sacco di riviste d'epoca e soprattutto mi ricordavo di averlo visto su ebay in vendita.
Sono restata stupita quando l'ho visto sfilare per la prossima primavera-estate sulla passerella di Luisa Beccaria (di cui sono una fan sfegatata). Me ne sono innamorata subito....perchè non cucirlo???


La sfida ora è trovare un tessuto il più simile possibile a quello visto in passerella, e poi far combaciare tutte quelle righette del corpino (un lavoro di alta precisione decisamente). Per trovare il nastro adatto mi affiderò alla solita mitica merceria Guffanti di Milano.
Spero anche di non avere particolari difficoltà nell'utilizzare il cartamodello d'epoca che ho comprato su Etsy e che è arrivato per me addirittura dall'Australia!!!


I cartamodelli degli anni '50 sono certamente da modificare per essere adattati alle misure del corpo femminile dei giorni nostri, soprattutto per quanto riguarda il punto vita che è sempre ultra striminzito.
Un trucco utile che vi suggerisco se volete acquistare cartamodelli d'epoca è quello di acquistare non basandovi sulla taglia, ma confrontando sempre e solo il giro-petto, calcolando poi di allargare sempre la vita fino a raggiungere la vostra personale misura.
Farò prima una telina di prova perchè è la prima volta che uso un cartamodello d'epoca, sebbene ne possegga molti.
Chissà come andrà a finire questa nuova avventura? Ciao Sartista.